A tirar molto la corda va a finire che si spezza. Può essere riassunta con questa frase la pesca del riccio di mare in Puglia. Una prelibatezza marina che negli anni è diventata sempre più richiesta sulle cucine pugliesi e non solo. Con la crescita del turismo in Puglia anche il turista straniero ha imparato a mangiare i ricci di mare, situazione che ha portato ad uno svuotamento completo e prematuro dei nostri mari.
Un animale indispensabile per l’ecosistema marino, capace di dare vita anche a piante come la posidonia, dalla quale si nutrono. Nel famoso detto pugliese i ricci si mangiano e pescano nei mesi con la “R”, intesi come Marzo, aprile, settembre, ottobre. Detto che coincide con la procreazione e crescita di questi prelibati animali. Come sempre la mano dell’uomo moderno è in grado di distruggere, a suo discapito, tutto quello che potrebbe creare ricchezza e benessere. Infatti la pesca spropositata nei mesi non indicati, non dando la possibilità all’animale di crescere e procreare a portato a quasi l’estinzione del riccio.
Ora la regione Puglia corre ai ripari, bloccato per tre anni fino al 2025 la pesca, commercializzazione e detenzione del riccio di mare. La proposta di Legge è stata presentata al Consiglio Regionale della Puglia dal Consigliere Paolo Pagliaro ed approvata quasi all’unanimità, con 41 voti favorevoli ed un solo voto contrario. Il fermo previsto per ora è fino al marzo 2025, anno in cui saranno monitorati e rivalutati gli effetti del lungo fermo biologico.