Roma, estate 1968. Pino Pascali, all’apice di un fulminante percorso artistico, muore giovanissimo in un incidente in motocicletta. Con lui scompare uno dei protagonisti di una straordinaria stagione creativa dell’arte italiana e internazionale. Cinquant’anni dopo il Museo Pascali di Polignano a Mare, terra d’origine di Pino, compra ed espone la sua opera Cinque Bachi da Setola e un Bozzolo. Il racconto del ritorno nei luoghi delle proprie origini è l’occasione per una riflessione su Pascali in una dimensione narrativa in cui spazio e tempo si piegano e si cancellano.
“Quando il Museo Pascali mi ha chiesto di documentare la storica acquisizione dell’opera di Pino Cinque bachi da setola ed un bozzolo – le parole di Walter Fasano – la proposta è stata di allargare gli orizzonti del racconto e provare a evocare possibili contenuti “altri” (quello del ritorno alle proprie origini/radici ad esempio). Spinto dall’intensità (e dalla luminosa chiarezza) delle opere e della vita di Pino, nel mettere in dialogo musica, immagini, voci e suoni i numi tutelari sono stati Arthur Rimbaud, Chris Marker ed Alain Resnais. E soprattutto Pino Musi, sempre riconoscibile per stile ed esiti proprio in quanto ricercatore del senso profondo dell’immagine. Le sue fotografie originali scandiscono la narrazione del film.
Il meraviglioso repertorio fotografico di Claudio Abate, Elisabetta Catalano, Ugo Mulas – conclude Fasano – ha saputo restituirci un’immagine vivida di Pino e di quella stagione creativa di cui il gallerista Fabio Sargentini è stato demiurgo, e per noi complice di qualità insuperabile. Le nostre tre narratrici: Suzanne Vega, Alma Jodorowsky e Monica Guerritore.”
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