Siamo fuori dal tunnel cantava Caparezza, il Cantautore Pugliese dai capelli ricci. Una frase che racchiude in pieno il senso di quello che sta succedendo al sottopasso di via Conversano. Il cantiere per la realizzazione del sottopasso è partito il 6 ottobre del 2016, ma i lavori fin da subito sono proseguiti a singhiozzo, spesso sono stati sospesi e procedono molto a rilento, tanto che la consegna dell’opera era prevista, come da convenzione, il 9 gennaio del 2018. Quella del sottopasso di via Conversano è una storia infinita, che inevitabilmente ha forti ripercussioni sulla vita quotidiana dei residenti. Gli abitanti di quella zona sono ormai esasperati i disagi alla viabilità sono enormi.
A far andare i lavori a singhiozzo è stata soprattutto la burocrazia che con il solito scarica barile ha fatto ricadere le responsabilità prima all’amministrazione e poi all’impresa, fino ad arrivare alle ferrovie dello Stato.
Dopo settimane di fermo dei lavori, gli operai tornarono sul cantiere per demolire una parte della struttura del sottovia. Un arteria importante che permette al traffico di auto e moto di raggiungere più punti del paese senza passare dal centro. Dunque un’importante opera pubblica che permetterebbe di collegare la zona nuova della C2 a quella del gelso con conseguente raggiungimento rapido degli sbocchi della statale per Bari e Brindisi.
Ora però si vede la luce alla fine del tunnel, nel senso che gli scavatori hanno finalmente concluso lo scavo, collegando via Conversano a Via Papa Giovanni Paolo II. Peccato però che la fase 2 del coronavirus non ha coinvolti ancora una volta i lavori del sottovia. Dal 4 maggio è stato possibile far ripartire tutti i cantieri edili, sia pubblici che privati perché invece i lavori al sottovia non sono partiti?
L’attuale crisi sanitaria, attraverso la quale si prevede un affluenza minore di turisti e traffico sarebbe una buona opportunità per dare un’accelerata ai lavori senza creare disagi ai cittadini che da quattro anni continuano a subire. Da un sopralluogo si nota la parte laterale del sottovia completato con l’istallazione di piastrelle in pietra a copertura del cemento, con sovrapposta cancellata in ferro e l’apertura del ponte tra le due strade di collegamento, quello che manca è il sistema di raccolta delle acque piovane e l’asfalto finale. Apparentemente sembra poco ma i ben informati invece parlano di altri mesi di lavoro e se si continua a intermittenza potrebbero passare anche altri anni.