Il susseguirsi di norme nel fronteggiare l’emergenza Coronavirus ha portato un po’ di confusione a Palazzo di Città sulle attività che possono continuare ad operare o meno. Senza alcuna novità giunta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, pare siano state sospese le attività di consegna a domicilio di pizze, panini e rosticceria varia.

In tutta Polignano solo pochissimi locali, ovviamente chiusi al pubblico, hanno preferito continuare ad operare portando a domicilio le loro preparazioni culinarie – dichiara la consigliera Maria La Ghezza (M5S) – Ho ricevuto parecchie telefonate di persone che si lamentavano col Governo perché, a detta di non so chi, l’ultimo decreto avrebbe vietato questo tipo di consegne. Nulla di più falso! Del resto, basta leggere ciò che scrive il Governo stesso sul suo sito ufficiale per comprendere che qualcuno probabilmente sta esagerando. E vorrei capirne i motivi. Chi effettua questo tipo di consegne – prosegue – svolge un ruolo utile e necessario a tutta la comunità. Pensiamo a quanta gente è sola in casa in quarantena e magari vorrebbe mangiare qualcosa di cucinato in maniera adeguata o semplicemente al fatto che un esercente si sacrifica, consapevolmente, per portare da mangiare a numerose persone che, altrimenti, sarebbero costrette ad uscire di casa per poter far spesa”.

Sul sito www.governo.it, infatti, diverse FAQ rispondono ai tanti dubbi che le diverse norme hanno fatto suscitare in questi concitati giorni di quarantena da Coronavirus.

La consegna a domicilio di alimenti e bevande è consentita solo alle attività di ristorazione o vale anche per le altre attività di produzione e vendita di alimenti e bevande, come per esempio un bar o una pasticceria?” La risposta non lascia adito a dubbi. “Tutti gli esercizi autorizzati alla commercializzazione e somministrazione di cibi e bevande, compresi i prodotti agricoli, possono consegnare a domicilio tali prodotti. Devono essere rispettati i requisiti igienico sanitari, sia per il confezionamento che per il trasporto. Chi organizza l’attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente o una cd. piattaforma – deve evitare che al momento della consegna ci siano contatti personali a distanza inferiore a un metro”. Qualcosa, però, a Polignano sembra essersi inceppato. “Ricordiamoci delle prescrizioni date dall’Istituto Superiore di Sanità sin dal principio di questa epidemia e facciamo attenzione che le concessioni non significhino non rispettare le norme di sicurezzaprosegue la consigliera Maria La Ghezza (M5S)ma, d’altro canto, non capisco perché si debba vietare a chi può continuare a lavorare di farlo. In sicurezza, ma di farlo. Questa emergenza sanitaria rappresenta una crisi economica senza precedenti ed un duro colpo per tantissime attività. Nessun ristoro governativo sarà mai in grado di coprire le perdite che gli imprenditori e i commercianti avranno. Pertantoprosegue La Ghezza (M5S)non mi sembra proprio il momento di essere più realisti del re ma di mettersi una mano sulla coscienza e di avere buon senso”.

Stesso discorso vale per le consegne a domicilio dei negozianti non alimentari chiusi. Ed a chiarirlo è sempre il sito http://www.governo.it. A domanda:

I negozi e gli altri esercizi di commercio al dettaglio che vendono prodotti diversi da quelli alimentari o di prima necessità e che quindi sono temporaneamente chiusi al pubblico, possono proseguire le vendite effettuando consegne a domicilio?”.

Risposta: “Sì, è consentita la consegna dei prodotti a domicilio, nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, ma con vendita a distanza senza riapertura del locale. Chi organizza le attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente o una cd. piattaforma – deve evitare che al momento della consegna ci siano contatti personali a distanza inferiore a un metro (i prodotti di prima necessità sono elencati nell’allegato 1 al Dpcm 11 marzo 2020)”. “Cerchiamo di rimanere a casa, di evitare qualsiasi tipo di assembramento, limitare il numero di uscite. Solo così potremo sconfiggere il nemico invisibile Covid19conclude Maria La Ghezza (M5S) Ma cerchiamo, al contempo, di avere buonsenso e di non morire di fame, nell’interesse dell’intera comunità”.

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